GIORNATA SEMINARIO 2022

Forse nella mente dei lettori di questo articolo è sorta la domanda che è affiorata alla mia mente e penso alla mente di tanti: ha senso ancora celebrare la Giornata per il Seminario vista la sua condizione attuale? Una vasta struttura abitata da un seminarista e da quattro sacerdoti, anzi da un seminarista che, rimasto solo, sta nella comunità interdiocesana di Lodi e torna al venerdì pomeriggio per vivere sabato e domenica la propria esperienza pastorale in una parrocchia cittadina. Non so dare una risposta esauriente alla domanda ma provo ad avviare qualche pista di riflessione. Anzitutto penso che il Seminario rimanga e rimarrà sempre un luogo di memoria. Un luogo nel quale tanti, anche se non tutti, sacerdoti ancora viventi qui hanno vissuto la preparazione al ministero presbiterale ed esprimono riconoscenza e gratitudine per il tempo trascorso tra queste mura.  Di conseguenza il Seminario continua ad offrire ai sacerdoti ambienti per qualche loro incontro spirituale e formativo. In secondo luogo il Seminario rimane ancora un punto di riferimento per tutta la diocesi in quanto in esso c’è spazio per la formazione teologica e pastorale grazie all’attività dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “S. Agostino”. il Seminario offre anche spazi per momenti di riflessione e di preghiera per parrocchie e gruppi.

Ancora: c’è speranza che l’ambiente possa ripopolarsi di candidati al ministero presbiterale e quindi ritornare ad essere vivificato dalla loro presenza. È vero che è in atto nella chiesa italiana un ripensamento sulla modalità della formazione dei futuri sacerdoti. È vero che l’esperienza del seminario interdiocesano che stiamo vivendo desidera diventare più precisa e condivisa, però in ambito di chiesa locale il Seminario nostro dovrà incarnare nella realtà l’identità e il compito dei propri presbiteri.

Sto per avviarmi alla conclusione ma desidero spendere una parola su un’altra domanda che mi è stata direttamente rivolta: ma come si vive oggi in Seminario? Se ci riferiamo ai sacerdoti possiamo dire che la loro vita è un po’ “monacale” nel senso che ognuno si regola in base agli orari e ai compiti assegnati, di conseguenza è venuta meno una vita comunitari più precisa. Su questo punto in modo indiretto e criptico mi sono giunte critiche che non posso che riconoscere in attesa di cambiamenti futuri. Maggiore condivisione si vive tra i sacerdoti che formano l’equipe formativa del seminario (don Giovanni Iacono, responsabile dei cammini vocazionali, don Giulio Lunati Padre Spirituale e il rettore) quando il seminarista ritorna a “casa”,

Si unisce talvolta chi sta vivendo un cammino di discernimento vocazionale. È stata mantenuta l’iniziativa dell’incontro mensile del gruppo Amici del Seminario allargato anche ai componenti del Monastero Invisibile, come pure si celebrerà il 30 Novembre la festa del patrono S. Andrea con la messa di Mons. Vescovo alle ore 10.30. In conclusione faccio mio un pensiero “agostiniano” che traggo da un libretto dell’indimenticabile P. Giancarlo Ceriotti dal titolo: La pastorale delle vocazioni in S. Agostino in quanto scopo della giornata del Seminario è pregare per le vocazioni

«È doloroso il distacco da ciò che ami. Ma anche l’agricoltore perde temporaneamente ciò che semina. Tira fuori, sparge, getta a terra, ricopre. Di che ti meravigli? Costui che disprezza e fa cadere a terra è un avido mietitore… la gioia del mietitore ti dimostra l’intenzione del seminatore».(Sermone 330, 2).

Commenta padre Ceriotti :«E’ certamente doloroso perdere ciò che si ama, ma se uno non semina non raccoglie» (pag.56).. È proprio così… Buona giornata del Seminario e un grazie di cuore a tutti.

Don Giacomo Ravizza

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